venerdì 5 gennaio 2018

Sì, Studiare



Sono alle prese con i miei primi esami all’università e sto cercando un metodo di studio che mi aiuti a rendere bene, senza stressarmi troppo. Una richiesta da poco no? Non è mica quello che tutti vorrebbero e che non tutti riescono a trovare…

Insomma, come sempre quando si tratta di studiare, poco fa ero lì che mi distraevo e che mi rimproveravo perché mi stavo distraendo e perché quello che stavo facendo non era abbastanza.

Ma poi mi sono detta: “E se invece fosse abbastanza? Se invece andasse bene così?”

Cercando di dare una risposta a questa domanda ho dato un’occhiata a me stessa e a come ho sempre affrontato lo studio. Ebbene, quello che ho notato è che fino ad ora (e probabilmente continuerò a farlo) ho passato più tempo a stressarmi (faccio tutto da sola!!!) per “come” lo facevo e non per “cosa” effettivamente dovevo fare.

Ho passato pomeriggi seduta davanti ai libri, arrabbiata con me stessa perché ritenevo il mio metodo di studio troppo approssimativo e non perché il carico di studio richiedesse davvero quel tempo! Si tratta di un’infinità di pomeriggi sprecati (anche se alla fine hanno portato a qualcosa di buono), perché passati nel completo terrore di non “star facendo abbastanza”.

Vorrei dire alla me stessa di quei pomeriggi, chiusa in casa a non accettarsi che, guarda un po', avrebbe potuto risparmiarsi un sacco di energie e, piuttosto, compiacersi dei risultati che otteneva.

“Aaaah”, il suono del respiro di sollievo che mi ha causato quest’altra piccola illuminazione. Quest’altro piccolo tassello del puzzle della comprensione e accettazione di sé.

Spero che questa breve riflessione introspettiva possa aiutare qualcun altro ad accettare il suo modo di “fare le cose” ed a non preoccuparsi troppo per questo, bensì per cosa davvero c’è da fare.


giovedì 4 gennaio 2018

Piccolo sfogo



E vabbe mo scrivo quello che voglio come me pare.
Allora io non so quale sia la mia strada, come tutti, e non so nemmeno quale stia prendendo ora.
Sono una persona profondamente indecisa sì, lo sappiamo, ma questo non significa che alla fine non agisca.
Ci metto del tempo okay ma alla fine una soluzione per stare meglio la cerco sempre e spesso in qualche modo la pure trovo.
Sembra una cazzata eppure grazie a un film visto tre giorni fa mi si è riacceso qualcosa dentro.
Detta così sembra strana ma quello che intendo dire è che finalmente vedo una piccola papabile pista da seguire per il mio avvenire, che ovviamente influisce il mio presente.
Il film in questione è “Lo chiamavano Jeeg Robot” e il vero merito va all’interpretazione dell’attore Luca Marinelli del personaggio dello Zingaro.
Vedo piano piano tutte le cose che ho sempre fatto, ho sempre notato o pensato che prendono una forma, anzi più che una forma un significato.
Ora, io lo so che forse questa sensazione non durerà ma è questo quello che vorrei che succedesse.
Mi rivedo mentre ballo o fingo di cantare sulle note delle canzoni che mi piacciono a notte inoltrata, quando dovrei dormire e invece mi metto con le cuffie a guardare i movimenti che faccio davanti alla finestra della camera.
Può sembrare una cosa priva di senso e invece in questo momento ne sta acquistando. Ha senso se mi fa stare bene cazzo.
Lo step successivo sarebbe dare una forma ufficiale, concreta a queste illuminazioni che ho nei momenti bui in cui non so più chi sono, e magari iniziare veri corsi o mettermi a scrivere seriamente.
Voglio davvero farlo? Perché l’impressione che ho è che mi ritroverò tra qualche giorno a ripartire da zero, come se nulla fosse successo, come se nessuna illuminazione ci fosse mai stata.
Boh.
Sono allo stesso tempo emozionata e dubbiosa. Certa e incerta
Felice e scettica
Tutto quello che so è che ormai questa laurea mi serve. Inutile negare, se volessi scrivere libri, sceneggiature, diventare insegnante, in tutti questi casi ne avrei bisogno.
Se poi voglio fa la barista benvenga ma non ne avrò bisogno.
Ora quello che devo fare è leggere/studiare, dare gli esami che mi competono.
Raccogliere informazioni e tutto quello che posso.
Devo stilare un insieme di punti che mi aiutino con questa cosa però.
Ci riuscirò?
Andrò avanti?
Se tutto dovesse sfumare nell’ennesima illusione, come ci starei?
Mi cago sotto lo ammetto, eppure il cuore mi esplode di speranza (o è fiducia?). Quella non manca mai