Sono alle prese con i miei primi esami all’università e sto
cercando un metodo di studio che mi aiuti a rendere bene, senza stressarmi troppo.
Una richiesta da poco no? Non è mica quello che tutti vorrebbero e che non
tutti riescono a trovare…
Insomma, come sempre quando si tratta di studiare, poco fa ero
lì che mi distraevo e che mi rimproveravo perché mi stavo distraendo e perché quello
che stavo facendo non era abbastanza.
Ma poi mi sono detta: “E se invece fosse abbastanza? Se invece
andasse bene così?”
Cercando di dare una risposta a questa domanda ho dato un’occhiata
a me stessa e a come ho sempre affrontato lo studio. Ebbene, quello che ho
notato è che fino ad ora (e probabilmente continuerò a farlo) ho passato più
tempo a stressarmi (faccio tutto da sola!!!) per “come” lo facevo e non per “cosa”
effettivamente dovevo fare.
Ho passato pomeriggi seduta davanti ai libri, arrabbiata con
me stessa perché ritenevo il mio metodo di studio troppo approssimativo e non
perché il carico di studio richiedesse davvero quel tempo! Si tratta di un’infinità
di pomeriggi sprecati (anche se alla fine hanno portato a qualcosa di buono), perché
passati nel completo terrore di non “star facendo abbastanza”.
Vorrei dire alla me stessa di quei pomeriggi, chiusa in casa
a non accettarsi che, guarda un po', avrebbe potuto risparmiarsi un sacco di
energie e, piuttosto, compiacersi dei risultati che
otteneva.
“Aaaah”, il suono del respiro di sollievo che mi ha causato
quest’altra piccola illuminazione. Quest’altro piccolo tassello del puzzle della
comprensione e accettazione di sé.
Spero che questa breve riflessione introspettiva possa
aiutare qualcun altro ad accettare il suo modo di “fare le cose” ed a non
preoccuparsi troppo per questo, bensì per cosa davvero c’è da fare.